Lo spettacolo a tutti i costi: dogma televisivo del terzo millennio


Dogma televisivo del nuovo millennio: sfruttare al massimo la forza della tv, cercando a tutti costi lo spettacolo anche quando, non è richiesto, non è voluto, non è cercato dal pubblico. Non mi è piaciuto, Bruno Vespa quando è andato in giacca e cravatta sulle macerie, quando ha preso in mano un peluche, rallentando la cronaca e costringendola a trasformarsi in qualcosa di diverso. Non mi sono piaciuti i sottofondi musicali volutamente drammatici (comunque fuori luogo, non era ne un documentario, ne un film). Non mi piace quando prende la bacchetta in mano. Non mi piace quando entra il maggiordomo a portare le veline. Non mi piace quando cerca a tutti costi l'estrazione di corpi ancora vivi e gioire di questo non per l'esito dell'operazione, o comunque non solo per quello, ma per il fatto che è avvenuto in diretta durante la trasmissione.

Ma perché è sempre, sempre, sempre necessario costruire fabula & intreccio nell'informazione? Non si può fare semplicemente informazione? A volte viene da pensare che è meglio lasciare accesa una telecamera e tenere aperto un microfono, lasciando che i fatti si raccontino da se.

Visto che un approfondimento sull'accaduto era più che doveroso, avrei tanto voluto che al posto di Porta a Porta, lo speciale lo avesse fatto Report, con la redazione della Gabanelli. Sicuramente il racconto dei fatti sarebbe stato molto più asciutto e, nella sua tragicità, più produttivo. Spero che la nuova generazione di giornalisti non prenda spunto dai nuovi divi dell'informazione, buoni a intortare lo spettatore ( a prescindere dal sentimento) e capaci - per un effetto mediatico perverso, forse dovuto al fondo tinta - di rendere poco attendibile anche l'evidenza dei fatti. Ps.: il discorso vale anche per Matrix.

Un solidale abbraccio di cuore a L'Aquila e tutta la sua provincia. FB

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