TV ed energia elettrica: il dado è tratto...


Mi piace l’idea che le persone possano antologizzare la TV direttamente su YouTube e integrarla con video e canali tematici direttamente dalla rete. E’ il futuro.

Per rendere ancora meglio l’idea. L’altra sera in casa, nell’arco di 2 ore e mezza, abbiamo guardato un po’ di Annozero, durante la pubblicità abbiamo letto i commenti del Forum Televisioni di Aldo Grasso, visto il David Letterman registrato su MySky e acquistato su I-Tunes al costo di 1,00 euro l’inedito di Nathalie, quella di XFactor (bravissima). Tutto senza alzarci dal divano.

Questa io la chiamo libertà.

Siccome questo tipo di libertà è un po’ troppo libera (ci facesse male), il Ministro dello Sviluppo(?) Economico vuole frenare le nostre facili emozioni imponendo la classica gabella medioevale “sparatutto” (come i videogiochi delle console). Se ne esce con la proposta di far pagare il canone RAI (che di fatto non guardo dall’antenna) a chi detiene un’utenza di fornitura dell’elettricità (alla faccia della privacy) lasciando a noi l’onere di dimostrare di non avere l’apparecchio televisivo.

Mi chiedo: 1) Cosa c’entra l’energia elettrica con il canone RAI (la natura del sillogismo non regge); 2) Decidetevi se dobbiamo pagare un “abbonamanto” alla RAI oppure una tassa sull’apparecchio televisivo, perché i vostri “spot” non aiutano a capire; 3) Guardo la RAI solo su Sky, la quale paga per mandarla in onda non criptata, la quale riscuote da me l’abbonamento (vero) per vederla. Perché dovrei pagare di nuovo? 4) Cosa me ne faccio della trasmissione analogica e/o del nato male digitale terrestre che non guardo?

Spero che questa legge venga approvata. Così, per dispetto, compro un piccolo generatore a pannelli solari, ci attacco la presa della TV e la stacco dalla rete elettrica domestica.

Voi tutti amministratori della RAI, volete un consiglio? Tenetevi 1 canale pubblico (fatto bene), licenziate un po’ di zavorra (gente improduttiva solo a libro paga) e privatizzate gli altri 2 canali. Problema risolto.

Evviva la politica.

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