Sull’intenzione di pubblicare i compensi RAI


L’idea di pubblicare i compensi è una emerita stupidaggine che non soddisfa alcun bisogno e non rende merito ad alcuna giustizia perequativa. Soprattutto – e questo è il punto - non c’entra niente con il prodotto televisivo e con il suo contenuto. Contenuto che avrebbe bisogno di ben altri stimoli creativi….altro che “operazione trasparenza”.

Il telespettatore della TV pubblica intesto come l’operaio, la casalinga, il sacerdote, l’impiegato, l’insegnante, l'apprendista, l'operatore ecologico, che guadagna dai 1.000 in su vivrà nell’indignazione più profonda perché non basterebbero 4-5 generazioni del suo lavoro per raggiungere ciò che realizza un presentatore in 1 anno di attività. Purtroppo il paragone nasce spontaneo ma – mi dispiace dirlo - è del tutto sbagliato, o meglio, IMPROPRIO.

Mi hanno insegnato che è il mercato - generato da domanda e offerta di beni e servizi - a generare i prezzi. Molto probabilmente quello che percepiscono Bruno Vespa o Michele Santoro è il giusto compenso al loro valore sul mercato. Se non abbiamo strumenti o conoscenze tali per capire il così detto “show business” penso che far pubblicare i compensi, così, “a babbo morto”si dice in Toscana e senza alcuna logica, servirà solo a generare polemiche, malcontento e sterili contestazioni.

Poi se vogliamo scherzarci sopra, possiamo dire che mai cifra sarà adeguata (intesa al ribasso) per vedere Emanuele Filiberto e Pupo presentare programmi o Monica Setta sollazzarci con acutissimi spunti di riflessione, ecc.

Faccio una contro-proposta: pubblichiamo i curriculum di chi lavora in TV, invece dei loro compensi. A me darebbe molto più fastidio sapere che un produttore, un autore, un presentatore, un attore, un regista, un commentatore sportivo, risulti essere del tutto inadatto o incompetente a coprire quel ruolo piuttosto sapere quanto viene pagata quella posizione. Non sono interessato alla busta paga, sono interessato alla qualità di cio’ che mandano in onda, visto che il prodotto è rivolto a ME e che sono chiamato al giudizio di merito (e non economico). Il problema è che da un po’ di tempo a questa parte torno dal lavoro, faccio cena, aspetto di vedere cosa c’è dopo il TG e penso: “Ecco, ci risiamo: hanno fatto un’altra cagata”. Altro che buste paga….

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