Enrico Lucci, tutta la vita!


Blasonati giornalisti più o meno noti al grande pubblico si sprecano, si arrovellano, si ingegnano per essere originali e tenere vivo l'interesse delle persone verso le popolazioni terremotate, ma non vanno più in la della domanda "Come è andata la notte?" o "Cosa mangerete oggi?".

Il servizio di Enrico, del tutto controcorrente, ha dato finalmente merito alla gioia di vivere che in questi casi è forse la cosa più concreta su cui lavorare (giornalisticamente parlando). Ha puntato l'attenzione sulla forzata necessità delle persone di stare insieme e condividere spazi comuni. Con la semplice domanda "cosa facevate normalmente la sera, prima del sisma?", ha spinto le persone a riflettere sul fatto che esse stavano oziosamente appiccicate al proprio divano lobotomizzate dalla TV. Adesso si ritrovano a condividere la piazza, la strada ed il tavolino con le carte da gioco, come unico meraviglioso mezzo di comunicazione e di incontro. Un' agorà dove i bambini ed i ragazzi sembrano rinunciare piacevolmente alle console dei videogiochi per spassarsela all'aperto.

La conversazione tra Lucci e le persone nella tendopoli, durata pochi minuti (e non 4 o 5 sere di fila) era molto leggera, piacevole e scorrevole. Del tutto priva di quella speculazione "misericordiosa" cui spesso tende il giornalista d'assalto, spesso infastidendo l'intervistato, con il solo scopo di suscitare pietà per chi guarda e ascolta.

Difficile aggiungere di più a ciò che è nel servizio. Vi invito a vederlo direttamente dal sito delle Iene.

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