Giletti e Berlusconi.



Lo scopo dell’intervista era far capire alle casalinghe che Giletti non è Barbara D’Urso di Canale 5. E ci sono riusciti. Infatti non è Barbara d’Urso di Canale 5 è proprio lui, Massimo Giletti di Rai 2. Quello che ha messo in croce, mediaticamente, così tanta gente con il suo equilibrato programma, l’Arena, che un esamino di coscienza (televisiva) dovrebbe farsela. Interrompe l’ospite se quello che dice non è in linea con il pensiero ultra-populista delle masse, di cui lui si fa portavoce unico. Normalmente il think-tank della platea è scelto con cura in modo che gli venga data ragione, sigillato dall’applauso di circostanza. Lascia che gli ospiti si azzannino sollevando gli istinti più animaleschi del pubblico a casa e poi…..poi - mentre gli altri parlano in sottofondo – fa due passi avanti, chiama la camera a se, primo piano, unisce i polpastrelli delle mani e ci racconta l’Oracolo di Delfi. La sua verità, l’unica verità. Ma ieri c’era un ospite che avrebbe fatto sembrare un gigante, per l’appunto, anche uno come Giletti e l’operazione “simpatia” che ne sta venendo fuori non mi piace per niente. Se entrambi gli interlocutori (intervistatore e intervistato) dimostrano di essere poco credibili su stile (“Me ne vado?”) e sui contenuti, mi chiedo a cosa realmente servano interviste del genere.

Celebrity Now



Celebrity now (Ven 19.45 Sky Uno) è un tipico caso in cui il trailer/promo è più carino del programma. Lucarelli & Loreggian davano ad intendere che avrebbero avuto tra le mani un VIP per “redimerlo” dalle contraddizioni della mondanità.
In realtà si tratta semplicemente di fare battutine tra un filmato e l’altro. Niente di più: niente redenzione, nessuna sentenza. Bene, male? Boh. Il problema è un altro. Non si capisce una mazza. E’ tutto troppo veloce: testi, conduzione, filmati, commenti. Non si fa in tempo ad elaborare la prima frase che già all’orecchio ti arriva la terza (e la seconda?). L’unica cosa che ho capito (scandita bene) è stata “Ok, per oggi è tutto ci vediamo venerdì prossimo”. Dicono che “nessuno potrà sottrarsi al loro giudizio” ma capirlo, il loro giudizio, sarebbe già qualcosa.

Altra considerazione, non da poco. La Lucarelli sui social, specie su FB, è molto più sprezzante, diretta, definitiva. Sarebbe una vera rivoluzione se portasse lo stesso atteggiamento anche in TV. Purtroppo non è così, è tutto più edulcorato, aggiustato, soft. Comprensibile ma così casca il motivo per cui Selvaggia Lucarelli è famosa nel web. Da qui a diventare banali, in trasmissione, il passaggio è brevissimo. E’ un po’ quello che le accade anche quando è su radio m2o. In poche parole, in Celebrity Now non si avverte una vera rottura tra un semplice programma di gossip e un programma di critica nei confronti del gossip.

Ps.:  venti minuti scarsi mandato in onda una volta a settimana? Bisogna rimettere la sveglia perché a passare inosservati ci vuole poco… 


Amici degli Amici di Maria



Il prossimo show della De Filippi si chiamerà Amici degli Amici di Maria. Le intrigate storie sentimentali che stanno catturando l’attenzione della gente, stanno dando vita ad una variante del programma del tutto inaspettata.
I fischi e i buu del pubblico in studio sono il vero reality. L’istinto di scagliare per primi  il “sasso” contro il traditore (lui) e l’infame (lei) che hanno osato interrompere cio’ che Maria (quella terrena) ha osato unire.
Giustamente la De Filippi ha fatto di tutto per passare sopra la cosa e non mettere nessuno al pubblico ludibrio. Infatti alla prima occasione utile ha chiesto a Emma: "Come stai?” (domanda intelligentissima, tra l’altro) e lei risponde con certo savoir-faire “Sto di merda”. Il tutto mentre dietro le quinte, a poche decine di metri da loro, i due innominabili si scambiavano effusioni. Ma questa è roba grossa. Non c’è niente da fare. Il registro è quello. La scrittura nella scrittura. Il teatro nel teatro (roba da far impallidire Pirandello). Così il programma quest’anno è fatto di almeno 3 fabule diverse: la gara tra i big (già iniziano a stuccare), la gara tra gli studenti (che non se li fila nessuno), ed il sottofondo morbosacrale degli appestati-innamorati. E questo sì, che è interessante!

Faccia d'angelo: ottimo prodotto

Ho visto la mini-serie di Sky Cinema “Faccia d’angelo” la ricostruzione della vita e dei fatti che hanno portato Felice Maniero (Il Toso) a diventare esponente di spicco dell’allora “Mala del Brenta”. E’ stato condannato per associazione mafiosa (primo caso per una struttura criminale di quel tipo nel triveneto). La vicenda è piuttosto datata anche se, alla fine, ci riporta all’attualità più recente. Elio Germano bravissimo attore con esercizio di stile di alta scuola. Difficile essere credibili quando devi recitare in accento e dialetto veneziano, se non sei di quelle parti. Lui c’è riuscito. Unica pecca, certi dialoghi del tutto improbabili tipo “se mi mettono in carcere scappo di nuovo”, facile dirlo con il segno di poi. In generale un ottimo prodotto, davvero.

E' arrivato il giudizio universale...occhio!

 
Più volte abbiamo evocato il declino di San Remo. Probabilmente gli ascolti andranno bene anche quest'anno. Ma mai, come in questa edizione, approssimazione, superficialità, qualunquismo, pressappochismo, incompetenza e messianica arroganza, sono comparsi in tutto il loro cinico splendore. Un po' come accade agli anziani quando vedono avvicinarsi il (loro) giorno del giudizio che parlano, parlano, parlano, parlano e ci spiegano che il regno dei cieli è vicino, prendendoci per mano, lasciandoci tutto...tranne la speranza.
Vorrei sapere cosa c'entra questo con un buon prodotto televisivo e, sopratutto, con la musica. 
Approfitto per ringraziare Luca e Paolo. I loro 15 minuti di presenza all'inizio sono valsi le successive ore di narcotica fuffa. E ringrazio anche Sky e tutto lo staff di XFactor perchè quest'anno competizione e buona musica sono passati solo da lì.
Ps.: siamo tutti deficienti, tranne uno, ovviamente.

L'avevamo detto


Eppure, un vibrante appello noi l'avevamo lanciato: "Senatore Monti, presidente, non ceda alle lusinghe dei talk show in TV". Ha ceduto. Da Vespa all'Annunziata a Matrix. Ora, vai a spiegare che il posto fisso è monotono, però volevo dire che è bello cambiare, quando lo si può fare, ma che non c'è da aspettarsi molto dall'indeterminato anche se il posto di lavoro determinato è il succo della flessibilità, eccetera, eccetera, eccetera.
La TV amplifica a dismisura la possibilità di essere fraintesi e te ne accorgi solo quando, ormai, il danno è fatto.

L'Arena lancia San Remo (dove non si sa)

Giletti passa dalla Costa Concordia a San Remo come solo un officiante della TV (che si riconosce dai gomiti a 90° e i polpastrelli opponibili) sa fare.
Quel "sono con voi fratelli, ma adesso devo preparare la funzione" fa molto sacrestia. E così, con la sedia ancora calda dell\'ormai onnipresente (suo
malgrado) Comandante Vittorio Alessandro, oplà, cambio squadra: critici musicali e team Mazzi & Morandi.
Per farla breve, sono riusciti ad intavolare una specie di conversazione sulla nuova edizione, facendo un collage flashback della precedente, senza citare neppure per sbaglio Paolo e Luca. Stiamo parlando dei co-conduttori che hanno assicurato alla scorza edizione freschezza, sagacia e spirito critico quanto basta, hanno fatto parlare del Festival sennò non se lo filava nessuno. Ma soprattutto hanno contribuito a far parlare le impacciate Rodriguez-Canalis (più la seconda della prima, in verità) molto ben ricordate in sexy-sequence. Ecco loro, dicevo, non sono apparsi nei montaggi e non sono stati menzionati da nessuna parte. Ma che è accanimento ideologico? Spero che non sia per la famigerata battuta-sfogo sulla par condicio all'ultima puntata.
E ancora. Considerato gli artisti in gara, se volete smuovere un certo tipo di target, diciamo medio-giovane, dovreste partire dal conduttore: è riuscito persino a ricordarci, inciampando nella pronuncia, leggendo un foglietto che i Queen hanno scritto pezzi come "Innuendo" e "The show must go on". E poi, la frase "volevate il rock a San Remo, vi abbiamo portate il rock" sa di vecchio solo pensarla. Infatti...

L'orgoglio del telespettatore (di XFactor)


Manca, purtroppo, solo una puntata alla chiusura di XFactor ma la trasmissione ha già decretato un vincitore: Alessandro Cattelan.
Per i seguenti motivi:
1) Corretto mai eccessivo
2) Divertente quanto basta, serio al punto giusto
3) Padrone della conduzione senza mai prevaricare sui protagonisti
4) Sapiente gestione dei tempi e dei modi televisivi
5) Nessun cenno di cedimento.
6) Perfetto padrone di casa con gli ospiti (e ottima comprensione e pronuncia dell'inglese)
7) registro linguistico comprensibile, alla portata di tutti, ma non per questo meno professionale .

Ma l'aspetto più importante è che la somma di ogni singolo punto riportato sopra si traduce in cosa sola: RISPETTO PER IL TELESPETTATORE.

Ne sentivamo la mancanza, da un pezzo. Grazie.

Il Trono di Spade - prima stagione finita



Il tranello in cui si può cadere è quello di paragonare questo fantasy con "Il Signore degli Anelli". La chiave di lettura di questa serie è, invece, l'unicità. Non esiste un prodotto simile sul mercato. Si tratta di un racconto che ha a che fare con la realtà: si parla di politica, di frustrazioni familiari, di incomprensioni e di amicizia vera (prima tradita, poi ritrovata). Ho letto che i dialoghi sono prolissi. Meno male che lo sono: sarebbe impossibile percepire lo spessore della vicenda liquidandola con semplici o (peggio) scontate battute in puro fantasy. Il contesto (la cornice narrativa) è di primissimo livello la cui forza sta nel dettaglio. Quando si affronta un viaggio verso nel montagne del nord, in alta quota, la pelle si secca sulle guance ma all'altezza degli zigomi è più marcata sfuma sul violaceo. Quando si cammina con mantelli e gualdrappe sul fango, l'acqua e lo sporco arrivano vengono assorbiti dalla stoffa sfumando lo scuro dal basso per poi schiarire verso l'alto e restano lì per tutta la durata della puntata. Sto parlando di questo tipo di attenzione al dettaglio. Un prodotto fatto benissimo, uno spaccato di reale fantasia.
Stanno finendo di girare adesso la seconda stagione, e dovrebbe essere trasmessa negli States, prossima primavera. Questa è l'unica vera pecca: per la complessità delle vicende far passare così tanto tempo rischia che il pathos si modifichi.

Le favole all'epoca dei talk show



Pensate se la favola di Cappuccetto Rosso fosse un fatto realmente accaduto. Di seguito i probabili approfondimenti serali:

Porta a Porta
Bruno Vespa ricostruirebbe subito la scena attraverso un plastico e, con la bacchetta, indicherebbe il punto esatto dove il lupo avrebbe mangiato nonna e nipote. La criminologa esporrebbe la tesi per cui l'assassino non può che essere un soggetto peloso con unghie ben affilate per via delle tracce lasciate sul luogo del delitto. Inoltre la pancia gonfia e un lembo di stoffa tra i denti non lascerebbero scampo al selvaggio quadrupede che sembra avere agito da solo, pur non escludendo la presenza del branco. Lo psicologo affronterebbe il discorso circa il dono della fascinazione del lupo, mentre la sociologa se la prenderebbe con la sfera genitoriale in quanto troppo permissiva e, al contempo, irresponsabile per aver mandato troppo presto la figlia ad affrontare i pericoli della vita. Si discuterebbe animatamente sulle spinte motivazionali per cui un estraneo, peraltro ignaro della vicenda, possa introdursi in casa altrui imbracciando un fucile e se non sia il caso di inasprire le leggi, che già ci sono, per contrastare l\'illecita pratica. Il pubblico, stordito, non saprà mai come sono andate veramente le cose.

Matrix
Con un' intervista esclusiva alla madre di Cappuccetto (unica ospite in studio), Alessio Vinci metterebbe al centro della questione lo scoop per cui girerebbero delle foto scattate da un'agenzia senza scrupoli che ha immortalato la donna con il cacciatore in atteggiamenti compromettenti, pochi giorni prima della tragedia. L'avvocato della donna, in diretta telefonica, dichiarerebbe che la sua cliente in tutto questo è parte lesa, mentre l'agenzia si difenderebbe dicendo di avere regolarmente acquistato le foto. Sembra che, per mezzo dell'intervento di un intermediario potente, gli scatti non sarebbero mai stati pubblicati. Rimarrebbe il dubbio di chi avesse avvertito il fotografo ad andare all'abitazione della donna proprio in quel momento. Il pubblico, fregandosene altamente della dinamica degli eventi, vorrebbe solo vedere le foto, meglio se con nudo integrale.

L'infedele
Gad Lerner, con ospiti il cui cognome è noto solo alle sfere più alte dello scibile cultural-accademico, esporrebbe l'assunto utilizzando registri linguistici talmente forbiti che lo spettatore si troverebbe costretto a prendere appunti per capire se la frase porta ad un significato oppure rimane lì, sospesa. L'analisi semiologica dell'accaduto porterebbe ad ipotizzare una grammatica interpretativa tale per cui gli orizzonti interattivi tra uomo-donna e animale si sposerebbero ad una nuova dimensione del concetto di "fame" e "violenza". Ad ogni modo, in studio, verrebbe invitato anche un sindacalista, non si sa mai. Il pubblico, stordito, sebbene possa essersi fatto una vaga idea di come siano andate le cose, avrebbe dovuto rileggersi gli appunti per matabolizzare l'intera trasmissione.

Radio Londra
Giuliano Ferrara, pur dichiarandosi dispiaciuto per l'accaduto, punterebbe il dito contro la fronda collaborazionista del nascente partito comunista denominato "Panieri & Focacce", di cui Cappuccetto fa ovviamente parte. Un soggetto con mantello e cappuccio ROSSO, pare con fare furtivo, che si aggira tra i boschi invece di seguire la retta via, non lascerebbe ombra di dubbio a movimenti cospirativi per destabilizzare il governo di centro-destra.

Presa Diretta 
Riccardo Iacona racconterebbe esattamente come sono andati i fatti pur facendo notare che la Nonna, a prescindere dal fattaccio, avrebbe potuto installare dei pannelli solari sul tetto della casa.

Report
Milena Gabanelli e il suo staff, racconterebbero esattamente come sono andati i fatti e basta (con tanto di abbraccio tra madre, nonna e nipote nel "Come è andata a finire" della puntata successiva)

X Factor 5: Simona, Cattelan & Co partono bene





Nei miei post non sono mai tenero con Simona Ventura ma ammetto che la partenza è di quelle con il botto. E non mi riferisco allo share, ma alla qualità. Trovo la Ventura rigenerata, con maggior equilibrio ed un capello meno di egocentrismo (speriamo duri). Ottimo Elio, Arisa accusa l'emozione della prima e con Morgan si casca sempre in piedi: elemento imprescindibile per competenza e registro linguistico. Cantanti bravissimi, sarà una bella gara. Cattelan sa gestire bene i tempi del programma: ostenta sicurezza e fa bene perchè è credibile come presentatore. Se tutto quello che dice (e non vedo motivo del contrario) è frutto di memoria e improvvisazione, il ragazzo è avrà futuro.
A confronto del cugino povero (Star Accademy), la produzione di XFactor sembra un gigante per regia, luci, ambiente, per sino i titoli di coda sono eleganti e moderni. Buonissima la prima (per peggiorare c'è sempre tempo) Ps.: si fa un gran parlare della perdita di Annozero dalla RAI, mettiamoci tranquillamente anche questo va!

 

 

Vieni avanti "cretina"


Credo che con l'intervista arrangiata di Misseri sugli scalini della caserma si sia superata una qualche frontiera televisiva ma non so bene spiegare quale. Quella della cronaca? Quella del gossip? Quella del vuoyerismo? Stiamo ai fatti (televisivi): un ex-imputato di omicidio che si concede ai giornalisti proclamandosi colpevole. I giornalisti gli danno del tu come se fosse l'amico del bar. Parlano dell'omicidio, della corda, dei RIS, della cintura, della "ragazza" con presunzione, arroganza, approssimazione, sia gli uni che l'altro. 
Vedete cosa succede a forza di sdoganare nei salotti del pomeriggio e della sera soggetti che dovrebbero essere confinati all'interno del naturale perimetro delle inchieste?
Se fai diventare Zio Michele un fenomeno da baraccone alla fine accade che qualche giornalista si prende pure della "cretina" dal forse assassino senza colpo ferire. E con l'avvocato accanto.
Ditemelo voi, dove siamo arrivati?

Giudizi facili


proposito del processo Amanda-Sollecito, non è che un giudice può emettere dispositivi così. Cavarsela in quattro e quattr'otto senza considerare le ore-lavoro sui plastici, sulle discussioni, criminologi, sociologi, psicologi, ospiti più o meno accreditati, ecc. E poi quel titolo "Liberi grazie alle perizie" dal sapore appena appena fazioso. Ormai è chiaro, Vespa vuol portare Porta a Porta ad essere non solo la terza camera dello Stato, ma vuole strappare il quarto grado di giudizio a Salvo Sottile.

Processi in TV, oppure no?


 A "In mezz'ora" di Lucia Annunziata, l'imprenditore Di Caterina (il grande accusatore di Penati) ammette tangenti, falsi pagamenti, denaro contante per appalti, poi deviato per coop rosse, PD, ecc (http://bit.ly/pS3esI ). Di Caterina e la rete di corrotti e corruttori sono molto vicini al Partito Democratico. Per questo motivo Pierluigi Bersani, sollecitato dai giornalisti che hanno raccontato della trasmissione, si è affrettato a dichiarare che "i processi si fanno nella aule dei tribunali". Per la serie il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, credo fosse lo stesso Pierluigi Bersani, ospite in numerose puntate di Annozero, che teneva molto ad informare l'opinione pubblica di quello che stava succedendo al presidente del consiglio sul caso Mills & altri. Berlusconi si difendeva dicendo che "i processi si fanno nelle aule dei tribunali e non in TV". Ma questi processi, allora, si fanno in TV oppure nelle aule dei tribunali?
Qualcuno chiarisca, per favore.

La conferenza stampa di Serena Dandini

Non ho capito se si parlava del programma o del fatto che sia in via di esaurimento la critica televisiva verso Mr. B. Perché se l’oggetto dell’incontro era la cancellazione del programma (inteso come prodotto televisivo), organizzare addirittura una conferenza stampa è stato fin troppo esagerato. Così come, esagerati, sono stati tutti i riferimenti all’importanza del format, del divano, dei vestiti, del team. Il direttore generale avrebbe detto che la RAI non può fare a meno di un programma come quello. La conduttrice, Serena Dandini (particolarmente autoreferenziale per l’occasione) ha la mail intasata, Facebook intasato, non può più uscire di casa…eccheeèè…Julia Roberts in Notting Hill? A tratti mi veniva in mente Pierluigi Paragone, ospite in una storica puntata di Annozero sulla par condicio, in cui rivendicava spazi e onori per il suo programma (“L’ultima parola”) alla stregua di corazzate come Vespa o dello stesso Santoro (tra l’altro presente alla conferenza). A un certo punto mi sono chiesto:
Ma sta popò di filippica per “Parla con me”? Quello che andava in onda alle 23.15 su Rai Tre con Dario Vergassola?

Ferma restando la chiara volontà politica di togliere di mezzo il programma (a voler pensar male in questo caso ci si azzecca senz’altro), dico che si sono montati la testa. Un po’ di sobrio profilo (per non chiamarla umiltà) a volte non guasterebbe, anzi ti darebbe più forza nel momento in cui dovrai tornare in video. Mi dispiace per l’accaduto, ma non sono qui a strapparmi i capelli.

Panetteria Maiello: fatta bene (parecchio)


“Panetteria Maiello”, la micro-sit com web della Vodafone, è fatta molto bene. Una vera perla. Luca e Paolo, i protagonisti della serie, sono una spanna sopra a tanti in termini di recitazione, interpretazione, ecc. Sebbene tutto ruoti intorno ai protagonisti, gli attori che di volta in volta interagiscono con i due proprietari del negozio di elettronica, sono di altissimo livello. Il risultato è un prodotto piacevole, fresco e veloce. Le mie preferite? La signora che acquista il tablet e la fidanzata di Luca. Date un’occhiata: http://bit.ly/pQUSsY

ATP Master Series - Miami: il trionfo del nulla (e li pagano pure)


Marianella - Bertolucci commentano l'incontro degli spagnoli Nadal-Lopez, con questi acuti spunti tecnici:

Dal campo: Rafa mette a segno un mirabile passante
Commento:Ci saranno 100 spagnoli sugli spalti. 99 fanno tifo per Nadal e la mamma o la zia per Lopez

Dal campo: : Lopez mette una prima da paura
Commento: Devi venire a mangiare con me in un fantastico steakhouse a Sant'Elmo. Guarda Paolo, una bistecca buonissima: b-u-o-n-i-s-s-i-m-a

Dal campo: Nadal sfiora il colpaccio con una volée azzardata
Commento: Guarda Nadal ha la maglia dello stesso colore dei cartelloni pubblicitari

Dal campo: Passante a due mani in anticipo di Rafa Nadal. Colpo difficile e bellissimo.
Commento: Ho visto tre ragazze dietro Nadal che ridevano con il cellulare in mano. Stanno preparando la serata (?!?)

Va bene basta così. Schiaccio sul telecomando "Lingua Originale" ed il soave "schiocco" della pallina torna a conciliare il mio piacere con la bravura dei giocatori...

Antropologia spicciola: Da Da Da, Report e l'autolesionismo RAI


"Da Da Da" è la quadratura del cerchio di un ambiente che guarda solo a se stesso, che vive di ricordi e non riesce a staccarsi "Ah, com'era bello prima", "Ah, com'erano bravi", "Ah, quanto si stava meglio quando si stava peggio" e via andare. Subdola scorciatoia per fare ascolti a costo zero. "Da Da Da" non mi piace perchè è l'ennesima conferma alla rinuncia alla ricerca, allo sviluppo. E' l'acme di una serie di trasmissioni in cui si avverte un'inquietante appiattimento della creatività ("La Confraternita degli uguali" di HG). E' l'umiliazione dello spettatore.

L'impianto di Report è uno dei pochi (se non l'unico) che riesce a contestualizzare il servizio pubblico? Benissimo, ma è un programma di denuncia e di indagine giornalistica. Dove sono i "Report" dell'intrattenimento? Dove sono i "Report" degli eventi sportivi? E i "Report" della cultura? Dei TG e dello spettacolo?

Se la RAI fosse una televisione dinamica, attenta ai cambiamenti della società - con relativo spirito di adattamento - di programmi come "Da Da Da", non se ne sentirebbe davvero il bisogno.

Vedrete che, a breve, assisteremo al "Premio città di Pinco Pallino", "Serata sotto le stelle", "Moda mare & fantasia", "Vento d'Estate" e ancora film in bianco e nero, repliche, inutili multi-contenitori del mattino dove si parlerà di calli, di cronaca nera, di meteo, come se tra gli argomenti ci fosse un serio nesso logico.

Fatta così, la televisione, sembra che voglia raggiungere il target della sala TV dell'ospedale dove trascorrono un po' di ore i malati costretti al ricovero.

Esiste il problema della politica, è vero. Ma anche se fosse, perchè è tutto fermo, tutto ingessato, tutto stanco e già visto? Considerato che staccare la RAI dal parlamento è come staccare il neonato dalla tetta della mamma, una volta spartite le poltrone al vertice ( di qualsiasi colore esse siano), non è possibile assumere dei sottoposti competenti e tornare a far scorrere il flusso delle idee?

Wednesday Night Recorded


Luca Bizzarri ieri sera in chiusura alle Iene: "Ed ora va in onda il Saturday Night Live, che in un paese civile si dovrebbe chiamare Wednesday Night Recorded". Vero.

Lancio perfetto per il più brutto programma in circolazione, dopo Trasformat di Papi. Un bacino di riciclati dal quale si pescano per lo più G-effini dismessi dall'ANAS e che, all'uopo, si improvvisano comici, nonostante gli evidenti peccati mortali in recitazione. E' un fritto misto pure nelle battute. Beppe Braida (che presenta la trasmissione insieme ad Elonoire Casalegno) si è persino permesso, copiandolo così com'è, "Esci da questo corpo" che funziona solo nelle corde di Silvano il Mago di Milano (Raul Cremona).
Difficilissimo lasciarsi coinvolgere, il programma si guarda con lo stesso entusiasmo con cui si guarda il display digitale che indica i numeri quando fai la fila alle poste. Se la novità sono le risate finte nonostante il pubblico in sala come negli anni '80, siamo messi male. Sono passati i tempi del Drive In, qualcuno dovrebbe dirglielo...

Ps.: Pistarino (fisso) e Paolo Migone (ieri sera) sono un paio di boccate d'ossigeno, che fanno però solo fare un paio di salti al "gatto morto".

Atlantic City vs Olgettina


Faccio notare che in Boardwalk Empire, Episodio 6, il protagonista Enoch "Nucky" Thompson (Steve Buscemi), un politico dalla deprecabile morale, si avvale di appartamenti di sua proprietà per ospitare le ragazze (le concubine) con cui organizza spesso cena e "dopo cena" per allietare gli ospiti di riguardo (oltre a se stesso).

Ora, non mi vorrete dire che...

Enrico Lucci: la crisi


Basterebbe il titolo del messaggio senza altro aggiungere. In 5 min. di servizio alle Iene, Lucci ha raccontato in modo asciutto, diretto, pratico cosa si aspettano gli imprenditori dal governo. E che puntualmente il governo non fa (altre priorità, altre urgenze incombono). Quindi emigrano dove permettono loro di lavorare.

A volte, 10 puntate di Santoro non valgono 5 min di Lucci.

Ps.: questo link http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/211749/lucci-il-nord-laborioso.html#tc-s1-c1-o1-p1
andrebbe inviato al Ministro dello Sviluppo Economico in copia al Presidente del Consiglio

GF11: facciamo il punto (e a capo).


Lunedì scorso, al Grande Fratello, l'eliminato post-bestemmia Pietro Titone si è presentato in studio per l'intervista di rito e sono bastati pochi minuti per arrivare quasi alle mani con il fratello di Guendalina (altro soggetto interessante), seduto tra il pubblico. L'altro eliminato, tale Giuliano Vattel'appesca è riuscito subito a litigare con l'interno mondo-universo, crogiolandosi in stucchevoli quanto immodesti monologhi. Il tono della voce ve lo lascio solo immaginare. Pochi minuti dopo, collegati con la casa, si assiste alla lite in diretta tra tale Roberto e tale Emanuele che, dopo solito alterco scaturito per futilissimi motivi, giungono anch'essi molto vicino alle mani (divisi con malcelata goffaggine dagli altri componenti del gruppo). Il tutto avvenuto nell'arco di un'oretta e mezza (chissà cosa faranno 7 giorni su 7).

Più in generale, dei comportamenti della casa si possono citare: ipocrisia, bi-sexualità, bestemmie, famelici animali assetati di donne, faticosissime battaglie (tutte perse) con la lingua italiana e la cultura generale. La regia ha consumato il tasto dei "bip" per dare un minimo di decenza ai dioaloghi.

Se questo è uno spaccato di vita reale inizio a preoccuparmi...

Oggi voglio scrivere di Radio 24


Avete presente la sensazione di vuoto che lascia la programmazione TV? Qualsiasi trasmissione stiamo guardando, alla fine, ci rendiamo conto di aver perso solo tempo. Ascoltando la radio, questa sensazione di vuoto non si percepisce.

In particolare, non si avverte per niente su Radio24. Questa emittente, freddamente chiamata "la radio di Confindustria", è tra le più attendibili, piacevoli e competenti d'Italia. Ne sono un fedele ascoltatore e, a seconda dell'ora in cui mi trovo in auto, ne apprezzo il palinsesto.

Cominciamo con Oscar Giannino e la sua “Nove in punto, la versione di Oscar” (09:00).
Oscar Giannino ha una competenza fuori dal normale in economia. Fa proprie le politiche e le dinamiche che la regolano. Ne mastica con naturalezza come noi facciamo con il pane ed il salame. Conosce bene il diritto, i politici e la politica, la lingua italiana. Punto di riferimento all'estero: la Germania (gli si può dare torto?). Mostra una sensibilità sincera verso il mondo del lavoro femminile, verso le arti, specie la musica. Rivendica, da sempre, due cose (con le quali concordo): la mancanza di un partito liberale vero e l’abbassamento delle imposte. Gestisce bene i tempi radiofonici. Usa un linguaggio diretto e privo di faziosità. Sincero: da lui c’è solo da imparare.

Gianluca Nicoletti “Melog 2.0” (10:00)
Appare e scompare dalla tv. Appare e scompare dalla radio. Ora fa la radio, per nostra fortuna. Nicoletti in una parola: folle. Può parlare di tutto e niente, intavolando la discussione usando lo stesso forbito registro lessicale. Difficile capire i limiti della sua cultura generale, specie quella radio-cinema-televisiva. La donna di facili costumi per lui è la "datrice strategica", l'IPod, la TV LCD, ecc..per lui non sono apparecchi elettronici ma "protesi emozionali". Un pozzo di scibile che rivolta il luogo comune e sforna, quando può, neologismi da far impallidire lo Zingarelli. E'impossibile non ascoltarlo. Tuttavia, è raro sentirlo elargire consigli. Quando lo fa, stai pur certo, è per dare quello politicamente scorretto. Guai a fargli complimenti: sa già che sono di circostanza quindi ti sega (la telefonata).

Gigi Garanzini “A tempo di sport” (14:00)
Io Garanzini, prima di ascoltare Radio24, non lo conoscevo. Ammetto di non essere un fanatico di calcio ma una trasmissione condotta con competenza e serietà sul tema la si ascolta sempre volentieri. E poi, visto l'argomento in cui tutti si credono tecnici, presidenti, allenatori, arbitri, ecc..., la scelta di bandire a piè pari qualsivoglia sterile polemica - linfa vitale dello sport in TV - mette la trasmissione 2 gradini più in alto, rispetto alla concorrenza. Un'isola felice nell'oceano delle parole inutili che si dicono pre-, post- e post-post- partita. Ecco, raccontato così, il mondo del calcio riacquista un minimo di dignità.

Matteo Caccia “Io sono qui” (16:00)
Anche per Matteo Caccia vale lo stesso incipit. Prima di ascoltare Radio24, non lo conoscevo. Ma a differenza di Garanzini, che ascolto con un certo distacco, Matteo lo ascolto con molta più attenzione. Mi piace la dovizia di particolari che mette nel raccontare le cose. Mi piace quando il racconto è fluido e allo stesso tempo sofisticato. Severo e intelligente, ironico e realista, emozionante e coinvolgente. Parla di esperienze vissute, ma anche no. Mi dicono spesso che è dalle piccole cose di tutti i giorni che si vede come siamo fatti, quello che vogliamo, dove andiamo. Beh, lui ci porta a riflettere sui piccoli, ma importanti, momenti della giornata. Una scatola chiusa, un vecchio quadro, la foto di qualcuno che non c'è più, la gente che lavora, gli amanti, la città, il vicino che rompe, ecc. Alla fine, provo la stessa sensazione di quando ascolto un amico che, al contrario di quello che ho scritto all'inizio, conosco da sempre.

Sebastiano Barisoni "Focus Economia” (17:00)
Sebastiano Barisoni. Sentirlo le prime volte sembra addirittura annoiato. Un approccio apparentemente blando. In realtà sa bene ciò che dice e cerca (nel marasma degli accadimenti economico-finanziari del giorno) di tracciare un lucido e competente riassunto dei fatti. Devo dire che ci riesce con serietà ma anche con la giusta dose di ironia e sdrammatizzazione, visti gli argomenti che farebbero addormentare un elefante. Trasmissione utile e piacevole. Altro pregio: quando ha a che fare con le interviste. Vuole sentire fatti e non comizi. Storica, l'intervista di Brunetta "Ministro quando avrà i fondi per fare quello che dice sarà un piacere invitarla di nuovo. Fino ad allora non faccia comizi". Deciso.

Giuseppe Cruciani “La Zanzara” (18:30)
A ”La Zanzara” ci sono due tipi di ascoltatori: quelli che hanno capito che programma è, quelli che non lo hanno capito. Cruciani è La Zanzara e viceversa. E' una trasmissione dove gli ascoltatori intervengono di continuo. Cruciani non ama essere difeso. Cruciani non condivide chi si indigna, chi esprime assunti generici, coloro che fanno spesso appello al benaltrismo, alla vacuità dei concetti, specie se moraleggianti. E’ critico con quelli che non si schierano da nessuna parte, con quelli che si atteggiano, con quelli che usano toni da “lo so io perché” con il ditino alzato. Preferisce il dialogo duro e puro, erroneamente scambiato per arroganza e maleducazione. E comunque, il conduttore non deve espletare alcun ruolo da arbitro o garante pedagogico della società. Si concentra su ciò che dice la gente e non ne fa mai una questione personale. Spesso e volentieri, le telefonate più lunghe sono proprio con quelli con cui non si trova d’accordo. Alla faccia della maleducazione o della scorrettezza. Parlo per esperienza, visto che sono intervenuto diverse volte in diretta. Non ho mai capito se, a chi lo giudica male, non piace il conduttore o la conduzione. Ma soprattutto perché non cambia frequenza, boh…

In generale, tutte le trasmissioni del palinsesto sono ben fatte. La cosa più importante è che tutte, alla fine, fanno riflettere. Un sapiente mix di cultura, economia, emozioni, fatti ed esperienze, riportate sempre con puntualità e saggezza. Dovrebbero (compatibilimente con i propri impegni) ascoltarla tutti.

Ps.: “Destini Incrociati” delle 15:00, me lo scarico a piacere in podcast

TV ed energia elettrica: il dado è tratto...


Mi piace l’idea che le persone possano antologizzare la TV direttamente su YouTube e integrarla con video e canali tematici direttamente dalla rete. E’ il futuro.

Per rendere ancora meglio l’idea. L’altra sera in casa, nell’arco di 2 ore e mezza, abbiamo guardato un po’ di Annozero, durante la pubblicità abbiamo letto i commenti del Forum Televisioni di Aldo Grasso, visto il David Letterman registrato su MySky e acquistato su I-Tunes al costo di 1,00 euro l’inedito di Nathalie, quella di XFactor (bravissima). Tutto senza alzarci dal divano.

Questa io la chiamo libertà.

Siccome questo tipo di libertà è un po’ troppo libera (ci facesse male), il Ministro dello Sviluppo(?) Economico vuole frenare le nostre facili emozioni imponendo la classica gabella medioevale “sparatutto” (come i videogiochi delle console). Se ne esce con la proposta di far pagare il canone RAI (che di fatto non guardo dall’antenna) a chi detiene un’utenza di fornitura dell’elettricità (alla faccia della privacy) lasciando a noi l’onere di dimostrare di non avere l’apparecchio televisivo.

Mi chiedo: 1) Cosa c’entra l’energia elettrica con il canone RAI (la natura del sillogismo non regge); 2) Decidetevi se dobbiamo pagare un “abbonamanto” alla RAI oppure una tassa sull’apparecchio televisivo, perché i vostri “spot” non aiutano a capire; 3) Guardo la RAI solo su Sky, la quale paga per mandarla in onda non criptata, la quale riscuote da me l’abbonamento (vero) per vederla. Perché dovrei pagare di nuovo? 4) Cosa me ne faccio della trasmissione analogica e/o del nato male digitale terrestre che non guardo?

Spero che questa legge venga approvata. Così, per dispetto, compro un piccolo generatore a pannelli solari, ci attacco la presa della TV e la stacco dalla rete elettrica domestica.

Voi tutti amministratori della RAI, volete un consiglio? Tenetevi 1 canale pubblico (fatto bene), licenziate un po’ di zavorra (gente improduttiva solo a libro paga) e privatizzate gli altri 2 canali. Problema risolto.

Evviva la politica.

Non facciamo troppo gli snob...pensiamo a cosa c'è in giro (nell'etere)


Roberto Saviano non è un attore. Saviano non è un presentatore. Saviano non è uno show-man. E' stato (più o meno inconsapevolmente) catapultato nel mondo dei media, sotto l'attenzione del pubblico dall'uscita del suo libro.
Ora, non è perché uno scrive un libro di denuncia debba essere automaticamente preparato a sostenere prime serate televisive. Si vede abbastanza bene che il ragazzo non ha un comportamento da "animale" dell TV (a partire dalla camminata incerta). Nel caso di un programma come "Vieni vie con me", però, non importa. Quello che deve arrivare (e arriva!) è il messaggio. Ciò che dice, ciò che vogliamo sentire. Punto. Il cabaret, le smorfie, le battute, la "dark side" della scena è tutta in mano a Fazio e i suoi ospiti.

Sebbene Aldo Grasso, nel suo ultimo "A Fil di rete", abbia fatto un'
attenta (quanto condivisibile) analisi dei contenuti e dei registri utilizzati da Saviano, non concordo con il senso che ha voluto dare con la frase " Era molto didascalico, quasi da power point". E' vero, lo era, ed è per questo che - visto gli argomenti trattati - era molto efficace.

La gente guarda il programma perchè era un pezzo che non si faceva (bene) qualcosa di nuovo e di diverso.

EMA 2010: Kesha vince il Best New Act (e anche la morale)


Si parla tanto di morale, del buon esempio, del casto e puro in TV dell' "azione pedagogica del servizio pubblico". European Music Award 2010. Arena stracolma di giovani la cui media di età sarà stata intorno ai 17 anni. Davvero tantissimi. Il premio New Best Act 2010 è stato dato a Kesha la quale è andata a ritirare il premio in condizioni psico-motorie a dir poco penose (era totalmente ubriaca).

Stiamo parlando di un evento visto da centinaia di milioni di giovani in tutto il mondo (tra TV e live straming).
Mi è venuto da sorridere quando ho pensato alla vecchia vicenda di Morgan (RAI) e del Sindaco di Sanremo che inizialmente non voleva Belen per i loro trascorsi "birichini". Per due gatti (a confronto) che guardano il carrozzone di Sanremo (tra l'altro surclassato dai palinsesti attuali) è stata tirata su una polemica sulla morale e il buon costume da decrepiti.

Così, guardando Kesha combattere con se stessa per rimanare in piedi, prima ho sorriso, poi mi è presa la tristezza e mi sono chiesto: quanto i nostri amministratori sono fuori dai binari del contemporaneo?
Ce li vedo proprio gli anziani Masi e Giovanardi a dire "Kesha sappi che non particperai più agli EMA" o al nano nudo del Jackass Team "Ah Questo non si può fare". Già mi immagino 100.000.000 di sonore risate.

Kesha era visibilemente ubriaca e non ha risparmiato parolacce. Mica la difendo. Ognuno si presenta per quello che è. Nonostante questo, sono convinto che il 99% dei presenti alla manifestazione il giorno dopo non è andato a scuola ubriaco mandando a quel paese il primo che hanno incontrato lungo la strada. I ragazzi che hanno visto l'evento hanno solo aggiunto un altro giorno al "calendario" di esperienze che si vivono a quell'età. Smettiamola di fare la morale a chi, invece, avrebbe tutto il diritto di farla (questo si) a chi sta pianificando loro il futuro.

Feticismo plastico


Ho visto Vespa in studio appoggiato all'inutile plastico della casa di Misseri, giocare tra le piccole palme, con le macchinine di cartone, mentre in collegamento, l'inviata raccontava le stesse cose difronte alla VERA casa del Misseri ad Avetrana perfettamente illuminata e sgombra da qualsiasi curioso e/o passante (rendendo di fatto del tutto inutile la presenza di riproduzioni posticce nello studio).

Non trovate anche voi che il conduttore di Porta a Porta abbia ormai raggiunto un rapporto al limite del feticismo con i suoi plastici pur di averli vicino a se?

Prof. Morelli: criminal minds de no'antri.


Come se non fosse bastata la sciagurata diretta di Chi l'ha visto, sul caso del mostro di Avetrana, Raffaele Morelli rincara la dose a Matrix tirando fuori la moviola sull'assassino. Commentandola come segue:

"Guardate! Ecco! Ecco! Ora! L'occhio del violentatore"
"qui si vede benissimo che sta facendo la recita: prima impassibile, poi piange fintamente e ancora torna di ghiaccio";
"ecco la scena madre: il pianto e poi di nuovo freddo"
"ecco si vede benissimo, parla del cellulare ma con lo sguardo vorrebbe dire un'altra cosa"
"qui è chiaro che manifesta superiorità nei confronti della giornalista che lo sta intervistando"
"qui cerca lo sguardo del giornalista per mettere su la parte che deve recitare, si vede bene"

Tenendo in mano la stessa manopola che viene usata per la moviola delle partite di calcio, Morelli scruta i dettagli, manda avanti e indietro la faccia del Misseri, fa zoom e mette a fuoco gli occhi. Muove lo strumento meglio dei segugi del fuorigioco. Legge la mimica facciale e interpreta gli sguardi. Per lui il soggetto è un libro aperto: in ogni sua piega, ruga, occhiata, c'è chiaramente l'impronta dell'assassino.

Ora, non c'è bisogno di aver sostenuto chissà quali complicati esami di psicologia cognitiva per capire che Morelli è stato preciso, puntuale e acuto nelle sue dichiarazioni solo DOPO che il soggetto è stato pubblicamente dichiarato colpevole di omicidio.

Un po' come l'improbabile meteorologo che apre la finestra guarda fuori e poi comunica solenne "Oggi, bella giornata c'è il sole".

Non capisco a cosa servono contributi TV come questo.

Quando si vede se un conduttore è un conduttore


L'acme di programmi come "Chi l'ha visto" è quello di ritrovare in diretta una persona scomparsa. Il problema nasce quando devi comunicare ai parenti strettissimi che la persona scomparsa è morta. E' qui che si vede se il conduttore è in grado di gestire la situazione. Affrontare la difficoltà e l'imbarazzo del momento facendo da guida, da faro. E invece che cosa ha fatto la Sciarelli?

La Sciarelli ha scaricato tutto questo peso mediatico, facendo decidere alla madre. Madre che stava apprendendo dalla stessa conduttrice notizie devastanti sullo sviluppo della vicenda di sua figlia. In pratica le ha chiesto se andare avanti oppure no. Una domandina da niente. Leggendo negli occhi della conduttrice, che intercalava, prendeva tempo, tergiversava, si leggeva: "Per favore state tutti lì, così possiamo immortalare nell'etere nazionale la faccia, le impressioni, gli occhi di una famiglia che apprende della morte della figlia in diretta".

Questo non è il caso dello zio d'Argentina che ritorna dopo lo stato confusionale. E' stata davvero una brutta cosa da vedersi.

Simone Annichiarico


Sono sicuro che da qualche parte, in TV, c'è posto anche per Simone Annichiarico (TV Mania, Rai2 ore 23.00). Per il momento mi limito a dire che non è adatto alla conduzione da "salotto". Spazi vuoti. Se la trasmissione non fosse supportata da applausi ad ogni respiro (finti e veri sapientemente mixati), sarebbe una bella scatola vuota e basta. Vuoti come gli argomenti che trattano, intendiamoci. Per fare il presentatore non servono solo i testi degli autori ma anche un po' di registro e spregiudicatezza personali.

Le interviste profilo della Perego


Ieri pomeriggio, su RAI 1, Paola Perego ha tenuto impegnata la rete per chiedere a Georgia Luzi quando fosse stata l'ultima volta che ha avuto paura.

Molti di voi si staranno chiedendo "Ma chi è Georgia Luzi?". Bravi! E' proprio la domanda che mi sono fatto anche io ed ho pensato "Cacchio: se abbassano le luci, fanno una intervista "vis-à-vis", dedicando del tempo a questa bella ragazza tutta da scoprire, ci sarà un motivo". Allora, spinto da devastante curiosità, sono andato a cercarlo, questo motivo. Così mi sono imbattuto sul sito personale dell'intervistata che, essendo pubblico, è accessibile e liberamente consultabile. Era meglio se non lo trovavo. Per quanto precoce, vista l'età, (si spazia dallo spot di "Bolt 2 in 1" a "Carabinieri" passando per "Giga", "Gnam Gnam", ecc) diciamo che l'esperienza più importante per la Luzi sono stati "I Raccomandati" con Pupo, scelta perché -parole sue - all' "altezza" del conduttore.

Ora, di solito le interviste-profilo si fanno quando l'intervistato ha veramente qualcosa da dire e l'intervistatore non ha che l'imbarazzo della scela, tra le domande possibili, per far venire fuori lo spessore, l'importanza e anche le debolezze del personaggio. Ma cosa vuoi far venire fuori qui? Con tutto il rispetto per Georgia, a cui auguro carriera fulgidissima, è un po' prestino per approfondire la sua vita privata.

Debora & Romina, SkyTG24 e il giornalismo (da strada)



Metti un inviato "sul pezzo", metti microfono e camera di SkyTG24, metti due ragazze in spiaggia, falle parlare, un pizzico di Youtube ed il gioco è
fatto: fenomeno creato. In soli 2 giorni Debora & Romina, le ragazze della spiaggia a Ostia, si sono attirate addosso un buon numero di attenzioni.
Purtroppo, televisivamente e giornalisticamente parlando, trovo che sia stata una caduta di stile e professionalità di SkyTG24 a cui non sono abituato. Ammetto che è il mio Tg di riferimento e voglio, anzi pretendo, che il mio Tg sia impeccabile nel raccontare la notizia: contenuti, metodo, serietà. Anche quando la news è "light" o "soft" come in questo caso.
Asettico asciutto, nessuna complicità, nessuna inflessione o tono ammiccante o supponente. Niente: notizie e basta. Invece è andato in onda un servizio degno del peggior Lucignolo: "Stò a fa la colla", "se semo presi 'a bira", "che me sta' a ripija'? "ar mare dopo, pizzica tutto", "ajederci" ecc.

Preso atto che il rispetto per il telespettatore orami è cosa d'altri tempi, almeno il rispetto per il lessico. Cerchiamo di fare omaggio all'intelligenza delle persone evitando di mandare in onda quelle cose e fermiamoci di fronte all'evidenza del limite comunicativo. Io sono il primo a dire che, a microfono spento, le due ragazze "so' simpatiche", "so' alla mano", "so' due de noi", e avrei preso volentieri anche io il "calippo" con loro. Il giornalista ha decisamente sbagliato a non girare di nuovo il pezzo e la redazione a mandarlo in onda. "Sono popolari adesso. Tra i ragazzi è già gara chi si fidanzerà con Debora o Romina, intanto loro si godono il momento. I locali le chiamano per ospitate e sognano il cinema". Mah...

Premio Rodolfo Valentino


Non l'ho capito. Non lo capisco. E poi, scusate, non se ne può più di questa RAI che premia la RAI. Lo trovo fastidioso e il senso di stucco fa male ai denti. Pensavo avessimo già pagato dazio con il Premio TV- Regia Televisiva di Daniele Piombi e l'onnipresente Carlo Conti. Evidentemente mi sbagliavo....

PS: non avevo mai visto il direttore Masi così da vicino. Era veramente euforico. Oltre a non rispettare i tempi televisivi (parla sopra e quando non è interrogato), ha faticato anche ad esprimere concetti chiari. Tra l'altro improbabile (e datato) latin lover con colletto alla Saturday-Night-Fever, tra due bionde (una era la Venier) dimenarsi al suono di "I will survive" della Gaynor. Ho paura che, nel suo caso, non sia semplicemente un titolo di una canzone ma di uno stato di fatto...

Hanno perso la bussola...


All'interno della trasmissione Mondiali Rai Sprint (quella pre-cena), c'è una fondamentale rubrica in cui si deve dire chi è più bello e chi meno bello (detto anche brutto, per la vulgata) tra i giocatori delle nazionali. Già per questo uno dovrebbe cambiare canale. Comunque, quando si arriva all'Algeria, Mazzocchi insiste a far leggere un nome piuttosto complicato a Linda Santaguida per prenderla poi in giro, sicuro che non saprà leggerlo.

Santaguida: "Non ci vedo senza occhiali"
D'amico: "Eccoli"
Santaguida: "Non ci vedo nemmeno con gli occhiali...Ngo...Gno...Sko.."
(risate)
Bartoletti: "'Eh, questi africani sono tutti gne, gnè, gne..."
Mazzocchi: "Attendiamo ancora telefonate da parte di calciatori per trovare il ragazzo a Linda Santaguida"
(dopo 1 minuto)
Mazzocchi "Ci sono telefonate di calciatori per la Santaguida? No? Eh, temo a causa della vicenda degli occhiali..."

Ma di cosa stanno parlando? Io dico che hanno perso la bussola....

PS: Collegamento intercontinentale per far dialogare due studi di Johannesburg (dallo stadio, vuoto per altro) allo studio centrale. Una specie di Milano Via Turati - Milano San Siro, per capirsi. E tutto per dirsi delle stupidaggini.Ma non potrebbero dirsele tutti nello stesso studio?

Sull’intenzione di pubblicare i compensi RAI


L’idea di pubblicare i compensi è una emerita stupidaggine che non soddisfa alcun bisogno e non rende merito ad alcuna giustizia perequativa. Soprattutto – e questo è il punto - non c’entra niente con il prodotto televisivo e con il suo contenuto. Contenuto che avrebbe bisogno di ben altri stimoli creativi….altro che “operazione trasparenza”.

Il telespettatore della TV pubblica intesto come l’operaio, la casalinga, il sacerdote, l’impiegato, l’insegnante, l'apprendista, l'operatore ecologico, che guadagna dai 1.000 in su vivrà nell’indignazione più profonda perché non basterebbero 4-5 generazioni del suo lavoro per raggiungere ciò che realizza un presentatore in 1 anno di attività. Purtroppo il paragone nasce spontaneo ma – mi dispiace dirlo - è del tutto sbagliato, o meglio, IMPROPRIO.

Mi hanno insegnato che è il mercato - generato da domanda e offerta di beni e servizi - a generare i prezzi. Molto probabilmente quello che percepiscono Bruno Vespa o Michele Santoro è il giusto compenso al loro valore sul mercato. Se non abbiamo strumenti o conoscenze tali per capire il così detto “show business” penso che far pubblicare i compensi, così, “a babbo morto”si dice in Toscana e senza alcuna logica, servirà solo a generare polemiche, malcontento e sterili contestazioni.

Poi se vogliamo scherzarci sopra, possiamo dire che mai cifra sarà adeguata (intesa al ribasso) per vedere Emanuele Filiberto e Pupo presentare programmi o Monica Setta sollazzarci con acutissimi spunti di riflessione, ecc.

Faccio una contro-proposta: pubblichiamo i curriculum di chi lavora in TV, invece dei loro compensi. A me darebbe molto più fastidio sapere che un produttore, un autore, un presentatore, un attore, un regista, un commentatore sportivo, risulti essere del tutto inadatto o incompetente a coprire quel ruolo piuttosto sapere quanto viene pagata quella posizione. Non sono interessato alla busta paga, sono interessato alla qualità di cio’ che mandano in onda, visto che il prodotto è rivolto a ME e che sono chiamato al giudizio di merito (e non economico). Il problema è che da un po’ di tempo a questa parte torno dal lavoro, faccio cena, aspetto di vedere cosa c’è dopo il TG e penso: “Ecco, ci risiamo: hanno fatto un’altra cagata”. Altro che buste paga….

Habemus RAISET


Alla stregua del ben più noto (e di ben altro spessore socio-politico) evento storico, oggi, domenica 6 dicembre 2009 è caduto l'ultimo muro tra RAI e Mediaset. Forse il più importante. Massimo Giletti (RAI) ha preso la bicicletta e con il sottofondo musicale di "C'è posta per te" (MEDIASET), ha praticamente collegato le due sponde delle emittenti "rivali". La consegna della lettera a Maria De Filippi inviatale da Maurizio Costanzo, ospite dell'Arena dello stesso Giletti e la conseguente video-intervista, hanno del tutto chiuso ogni ostilità catodica.

Habemus RAISET. Amen.

Ps.: Giletti, curiosamente, ha fatto questo dialogo-teatrino con Costanzo praticamente in ginocchio. E' vero, lo sgabello era basso, ma non credo che il significante della genuflessione fosse un fatto di misura...

Certo che sono proprio forti!


Mediaset continua ad avvisare che dal 1° dicembre (passato da 14 giorni), la regione Campania potrà vedere RAI, La 7, Mediaset, ecc. solo su digitale terrestre. Non capisco a chi sia rivolto il messaggio. Se abito in Campania me ne sono accorto da un pezzo. Se ho ancora un apparecchio che riceve in analogico, come possono sperare che l\'utente campano veda il messaggio? Forse Mediaset è preoccupata dal fatto che ci siano delle persone ferme da due settimane davanti alla TV a guardare un ipnotico frusciare di "bruscolini" e quindi lo fa sapere ai parenti che vivono nelle altre regioni e che dovranno poi telefonare per avvisare il poveretto di andare a comprarsi un decoder.Mah!

Eccesso di zelo del traduttore


Tom Ford Ospite da Fabio Fazio. Tom Ford è gay dichiarato e ci tiene alla sua identità. Niente da eccepire. Però non è obbligatorio che la voce del traduttore simultaneo debba esserlo per forza. Ai movimenti della testa dello stilista (ora anche regista) il tono della traduzione assumeva un connotato decisamente farfallino. Più che un traduttore sembrava un...doppiatore!

Gap generazionale (e giornalisti improvvisati)


Nell'edizione pomeridiana del TG1 di sabato scorso, una sovraeccitata giornalista intervistava per strada la "nuova generazione" con questa acuta domanda:
"Preferisci l'I-pod, l'I-phone o Avatar?". A parte la banalità del quesito, almeno sapere di cosa si sta parlando. Praticamente è come se domandasse: "Preferisci la bicicletta, il motorino o i Levi's?" Mi viene alla mente il giochino della Settimana Enigmistica "Togli l'intruso". Come si risponde a tanta stupidità?

Pur di stare al passo con i tempi, questi adulti-giornalisti, dovrebbero vivere un po' di più a contatto con i ragazzi e scivolare meno sulle bucce di banana del media-tech. Se non altro per evitare che l'atavico gap generazionale sia così palese.

Le ragazze...


Le ragazze si rilassano al sole. Le ragazze si divertono con i "morbidi e lisci" delfini dello stupendo super-ricco parco sottomarino dell'Atlantis alle Bahamas. Le ragazze sfrecciano velocissime dentro gli scivoli dell'acqua-park del super-costossissimo hotel. Poi si fa sera e allora si devono cambiare per la mondanità locale. A letto non troppo tardi perché il giorno dopo partono per una lunga gita in catamarano (con marinaio-comandate-tuttofare) alla volta delle microisolette (cays) dell'arcipelago. Prima di partire si permettono di spendere $800 (ottocento/00) dollari per riempire la cambusa. Le ragazze calano, con malcelata goffaggine, l'apposito tender che le porterà alla spiaggia incontaminata dell'isola delle iguane. Le ragazze sgambettano attorno e fra gli autoctoni rettili che prima le guardano indifferenti poi iniziano a spazientirsi. La ragazza verso l'obiettivo: "Ho avvicinato la mano all'iguana per darle un cracker ma mi ha morso il dito e perdo anche sangue!" (troppo poco, dico io). A seguire un'altra indomita : "Questo piccolo paguro mi sta morsicando il dito con le sue chelette" (sto ancora tremando). Via di nuovo verso il prossimo lido però le abbronzatissime, super-fashion-style ladies ci avvertono che questa volta il bagno non lo possono fare perché ci sono gli squali. Allora si improvvisano novelle sposine nella stessa spiaggia che ha visto Mariah Carey convolare a nozze un paio di anni fa. Potrei continuare, mi fermo qui.
Sapete come si chiama questo programma che va in onda niente-popò-dimeno-che su Rete4, la domenica al primo pomeriggio?

"DONNAVVENTURA".

Notate anche voi l'evidente contraddizione in termini che c'è nel titolo?

Perche' fa tanta paura invecchiare?


Mentre la brutta copia di Ornella Muti (o era Sidney Rome?) stava ai giochini di Chiambretti, su Rai2 Margherita Buy ci insegnava che la vita e' un ciclo naturale in cui le rughe e le pieghe del collo, delle guance e della fronte sono elementi fisiologici che prescindono dalla volonta' delle persone, belle per quelle che sono e non per come appaiono.

Una donna bella come Ornella Muti (quella vera) icona della freschezza femminile senza tempo, unica e irripetibile, ridursi a caricatura di se stessa. Incomprensibile.

Evviva il fascino della vecchiaia senza labbra gonfiate, senza zigomi rifatti, senza tette di plastica.